Stilte dropt
Il silenzio cade,
monti in argento nero increspano il mare variopinto
una silene esplosa spruzza
le sue vene impazzite di luce
contro l’acqua opaca come foglia
lungo la quale un tuffetto d’asfalto
scruta
Il silenzio cade, e il mare
il mare verdeggiante, che di lato scruta
trascina una scia di grida di iodio
lungo la sua cima dura come uno specchio
sulla quale il dio della ruggine
di una nave
versa
il suo canto di fuliggine.
Nella versione norvegese della poesia ho dovuto trasformare il tuffetto in un gufo
per conservare lo stesso contrappunto sonoro:
Stillhet droppe,
krissølvfjell ruver over det flekkete havet
en blæresmelle spruter
sine lysbesatte årer
mot det bladmatt-stille vannet
der en asfaltugle
tuter
Stillhet droppe, og havet –
det grønnskimrende havet, sidelengs lurende –
drar et slep av jodskrik
langs sin speilharde isse
der skipets rustgud
utøser
sin sotsang.