Nel vetro opaco del tram scrostato
scivola il volto di chi non sono—
o forse, ero ieri: smarrito tra le linee
del palinsesto pubblico, firme
in calce a bollette, mutui, silenzi.
Il cartellone lampeggia:
“Compra te stesso a rate fisse”,
un Cristo in abito grigio,
sorridente come un inserto pubblicitario
tra due esistenze disidratate.
Alla posta, l’anziana finge
di capire il modulo astruso,
il funzionario scorre
la vita in pdf: “Mancano i dati essenziali
per approvare la tua angoscia.”
S’Italia s’addensa in codici a barre,
la voce della madre diventa notifica,
l’amore scontato al 15%
durante il Black Venerdì dei cuori infranti.
Ho baciato una ragazza
che odorava di silicio;
tremava—non per desiderio,
ma per l’aggiornamento in sospeso.
E tu, identità, sei solo
una coda nell’app che non carica mai.
– Don Spruzzo di Rima