Non tutti sono altrettanto comprensivi quando spiego perché ho fatto lo sforzo di tradurre le mie poesie in italiano. La maggior parte dei poeti traduce il proprio lavoro al massimo in inglese, forse in francese o tedesco, ma l’italiano è per loro troppo distante. Allora dico che ho trascorso quasi metà della mia infanzia nell’Italia degli anni Settanta, che la lingua mi è stata trasmessa da bambino come un’impronta indelebile e che sono un instancabile ammiratore della lingua, della cultura e del paesaggio.
Ho deciso di tradurre in italiano tre raccolte di poesie che considero essenziali: Karavanserai, Labrospettro e Ginneninne.
Attualmente, Karavanserai è in fase di una seconda revisione, mentre Labrospettro verrà pubblicata a giugno nella collana italiana TransEuropa Edizione. Per chi desidera già avvicinarsi alla mia poesia, è possibile scaricare qui Ginneninne, che forse non è la mia raccolta più accessibile, ma sicuramente una delle migliori.
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Ginneninne (italiano) (21 downloads )Oppure ascolta qui cosa ha da dire monsieur critico Chiatto Gipetto sulla raccolta:
⭐⭐⭐⭐⭐ Cinque stelle per Ginneninne
Introduzione a Karavanserai – Versione Italiana
Karavanserai (versione italiana) (42 downloads )
La poesia, nel suo senso più autentico, è sempre un viaggio. Un viaggio nella lingua, nella memoria, nelle immagini e nelle emozioni che sfuggono alla quotidianità per aprire nuove possibilità di espressione e comprensione. Karavanserai di Martijn Benders, pubblicato originariamente nel 2008, incarna perfettamente questo spirito nomade e transnazionale, ed è con grande entusiasmo che questa versione italiana trova la sua strada nel panorama letterario.
Benders è un poeta olandese il cui lavoro sfida i confini linguistici e geografici. Cresciuto con un forte legame con l’Italia, ha deciso di tradurre personalmente Karavanserai in italiano, creando così un’opera che non è solo un adattamento, ma un dialogo attivo tra le sue due identità poetiche. Questo atto di auto-traduzione è di per sé un’esperienza rara e audace: non si tratta di una semplice trasposizione linguistica, ma di una reinterpretazione che conserva il cuore del testo originale mentre esplora le risonanze della lingua italiana. Il risultato è una raccolta che appare al tempo stesso familiare ed estraniante, un equilibrio tra radicamento e sradicamento, tra appartenenza e vagabondaggio.
Il Tema del Viaggio e la Metafora della Carovana
Il titolo stesso, Karavanserai, evoca immagini di movimento, di incontri fugaci, di un luogo di passaggio per viaggiatori e mercanti che, per una notte, condividono storie prima di riprendere il cammino. La poesia di Benders rispecchia questa idea: non offre verità assolute, ma momenti di transito, frammenti di pensiero e immagini che affiorano come miraggi nel deserto. La raccolta è popolata da personaggi, città, atmosfere sospese tra il sogno e la realtà, che richiamano tanto la tradizione delle mille e una notte quanto la poesia più visionaria e contemporanea.
Uno degli elementi più affascinanti della poetica di Benders è la sua capacità di combinare il lirismo con un’ironia pungente. Il suo linguaggio è denso di metafore inaspettate: la notte diventa una “vecchia lumaca silente”, la luna è un “mercato dell’usato del firmamento”, e la luce assume il volto di uno “squadrone SWAT” che assalta le finestre. Questa combinazione di immagini surreali e riferimenti alla realtà contemporanea dà vita a una poesia che è tanto evocativa quanto destabilizzante. Non c’è mai una certezza definitiva nei versi di Benders: il significato è fluido, si sposta con il lettore e con il tempo.
Allo stesso tempo, la raccolta è permeata di una malinconia sottile, che si manifesta nell’ossessione per il tempo, per la memoria, per la caducità delle cose. Poesie come Il Tempo e La Vecchiaia trasformano questi concetti astratti in immagini concrete, talvolta crude, talvolta paradossalmente giocose. È una poesia che si muove tra il banale e il sublime, tra il quotidiano e il metafisico, proprio come la vita stessa.
Una Poesia Nomade nel Panorama Italiano
Nel contesto della poesia italiana contemporanea, Karavanserai si colloca in una posizione unica. Se da un lato possiamo trovarvi echi della sperimentazione di Edoardo Sanguineti o della tensione esistenziale di Milo De Angelis, dall’altro Benders si distingue per il suo sguardo outsider, per la sua libertà stilistica che non segue scuole o mode letterarie. È una voce che non cerca di inserirsi in un canone, ma piuttosto di sfidarlo, di proporre nuove traiettorie.
Negli ultimi decenni, la poesia italiana ha visto un progressivo spostamento verso una maggiore frammentazione, verso un uso sempre più consapevole della contaminazione linguistica e culturale. In questo senso, l’opera di Benders dialoga perfettamente con queste tendenze, offrendo un esempio concreto di come la poesia possa attraversare confini e lingue senza perdere la sua essenza.
Karavanserai non è una raccolta da leggere passivamente: è un’opera che chiede di essere attraversata, esplorata, interrogata. Ogni poesia è una porta che si apre su una nuova prospettiva, un nuovo paesaggio, una nuova possibilità di interpretazione. Non si tratta di una poesia che offre risposte, ma di una che pone domande, che invita il lettore a mettersi in viaggio.
In un’epoca in cui il mondo è sempre più interconnesso e al tempo stesso sempre più frammentato, la poesia di Benders offre un punto di incontro, un karavanserai in cui sostare per un momento prima di riprendere il cammino. È un luogo in cui le parole non sono solo segni sulla pagina, ma bagagli carichi di storie, di emozioni, di visioni.
Sia che siate lettori abituali di poesia, sia che vi avviciniate a questo genere per la prima volta, vi invito a lasciarvi trasportare da questi versi. Lasciate che vi conducano attraverso deserti e città, attraverso sogni e realtà, attraverso il tempo e la memoria. Perché, come ogni vero viaggio, anche la poesia è un’esperienza che si completa solo nel momento in cui viene vissuta.
Karavanserai (versione italiana) (42 downloads )
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