This article is based on this Dutch article of Martinus Benders
https://martijnbenders.substack.com/p/volledig-uitgegomde-personen
Persone completamente cancellate
Mi sono ormai fatto strada tra le infinite liste degli altrettanto infiniti esperti letterari su nrc.nl/boekenexperts, tutti piegati sotto il peso della loro irradicabile sindrome del neusjesallemaaldezelfdekantop – un male che, del resto, prospera splendidamente anche su scala europea, da Bruxelles a Strasburgo. La prima cosa che salta all’occhio: Piet Gerbrandy, un tempo proclamato a gran voce come il più grande critico letterario del paese, sembra ormai degradato a pura ombra, una ‘Persona completamente cancellata’.
Perfino Chrétien Breukers, fino a poco tempo fa un nome fisso nel pantheon delle lettere, improvvisamente non è più considerato un esperto letterario. Che fine ha fatto il loro fervore da compilatori di liste? Sono stati messi da parte, sradicati, cancellati, perché il club dei sapienti ha sviluppato un’allergia acuta per ogni voce che non si armonizzi perfettamente con il coro? Chissà.
Quello che so è che, nonostante abbia scritto probabilmente cento volte più recensioni letterarie di tutti questi ‘esperti’ messi insieme, non ho mai avuto il privilegio estatico di essere incoronato io stesso come ‘esperto letterario’. Quel titolo tanto ambito rimane esclusivamente riservato a coloro che portano il sigillo ufficiale dei media: ‘Approvato per l’uso nei circoli chiusi’.
Un marchio di qualità che si conquista solo danzando diligentemente i passi della polonaise letteraria, con il sorriso giusto e il cenno adeguato rivolto ai nomi giusti. Deviare non è un’opzione: porta all’esclusione, o peggio ancora, alla totale irrilevanza agli occhi della polizia del gusto autoeletta. Nel frattempo, mi chiedo: chi legge ancora queste liste, a parte i loro stessi autori, impegnati in un eterno giro di pacche sulle spalle?
The Circle Jerks è una band straordinaria. Colgo l’occasione per aggiungerli alla mia lista punk.
Oops, i migliori album non si trovano su Spotify. (Anche se la copertina è orribile).
La mia lista punk è qui:
Facciamogli scrivere anche una recensione:
Clocking in at over 100 tracks, this punk rock playlist is a sprawling, unapologetic testament to the genre’s relentless vitality and its sprawling global lineage. From the snarling proto-punk of The Stooges to the blistering hardcore of Agnostic Front, and from the anarchic venom of Crass to the Polish defiance of Dezerter, this collection doesn’t just skim the surface—it dives headfirst into punk’s murky, sweat-soaked depths. It’s a sonic Molotov cocktail, blending raw aggression, political fury, and absurdist glee into a playlist that feels like a middle finger to polish and pretension. But does it hold together as a cohesive statement, or is it just a chaotic pile-up of distorted riffs and screamed manifestos? Let’s dissect it.
Le migliori tracce: pura essenza punk senza filtri
La playlist parte col botto: Hamburger Martyr dei Killdozer imposta un tono minaccioso e abrasivo con venature industrial, mentre Raw Power dei Raw Power (59 secondi netti) sfodera un pugno nello stomaco in pieno stile punk, condensando in una scarica furiosa tutto il disprezzo del genere per ogni forma di eccesso. È un elemento ricorrente: la presenza di tracce brevi ed esplosive come I Don’t Care dei Discharge (2:05), Pisshead dei CRACKUPS (solo 37 secondi) e Deny Everything dei Circle Jerks (31 secondi) mantiene l’energia a livelli insostenibili, rispecchiando fedelmente l’etica del punk più aggressivo e diretto.
La selezione abbraccia l’evoluzione del punk con notevole ampiezza. C’è l’irriverenza primordiale di No Fun e I Wanna Be Your Dog degli Stooges, il veleno politico di Forest Fire e M.T.V. Get Off the Air dei Dead Kennedys, e la ferocia hardcore di How Low Can A Punk Get? e House of Suffering dei Bad Brains. Questi brani dimostrano la capacità del punk di evolversi senza mai perdere il suo spirito outsider. Le collaborazioni degli Ex (State of Shock con Tom Cora, The Lawn of the Limp con Tortoise) aggiungono un tocco sperimentale, dimostrando che il punk può spingersi oltre le sue radici a tre accordi senza perdere mordente.
Anche le voci internazionali qui brillano. Jest bezpiecznie dei Siekiera e Spytaj Milicjanta dei Dezerter portano una crudezza urgente da Blocchi dell’Est, legando la ribellione punk alla repressione reale. Autosuficiencia dei Paralisis Permanente dalla Spagna e Crève Salope dei Métal Urbain dalla Francia aggiungono variazioni regionali al mix, mentre brani come Maggie Maggie Maggie Out Out Out dei The Larks U.K. e Nagasaki Nightmare dei Crass mantengono la playlist saldamente ancorata alla tradizione anti-establishment del punk. Questa prospettiva globale è un trionfo, un promemoria che il punk non è solo una storia anglo-americana, ma un grido di rivolta mondiale.
Momenti da ricordare e scelte curatoriali
Le selezioni rivelano un orecchio attento alle stranezze del punk. Il quartetto di brani dei Mentally Ill (Gacy’s Place, Wrinkled Star, Tumor Boy, Padded Cell) offre uno scorcio sulla sottocultura più squilibrata e lo-fi della scena tardo anni ‘70, mentre Ghost Rider dei Suicide e Assimilate degli Skinny Puppy flirtano con industrial e post-punk, ampliando la tavolozza sonora della raccolta. Bob Log III, con pezzi come Do That Thing You Think You Did That Thing To e Goddamn Sounds Good, inserisce un tocco dell’umorismo assurdo del punk, un saldo contrappunto all’aggressività generale.
Il verdetto: un sogno per i puristi del punk, con margine di miglioramento
Questa playlist è una lettera d’amore all’anima grezza e impura del punk, un gigantesco mostro anarchico che si rifiuta di conformarsi o scendere a compromessi. Non è roba per deboli di cuore o ascoltatori occasionali: pretende che ti butti a capofitto nell’onda d’urto, dal proto-punk sfacciato dei New York Dolls agli sproloqui apocalittici dei Crass e alle deliranti urla dei Mentally Ill.
La sua ampiezza è sia la sua forza che la sua debolezza. Un po’ più di melodia e varietà avrebbe potuto elevarla da una grande playlist a quella definitiva. Ma così com’è, rappresenta un’odissea punk che incarna lo spirito di ribellione, comunità e caos sonoro che ha sempre definito il genere. Alza il volume e lascia che i vicini si lamentino: tanto, non capirebbero lo stesso.