Questo articolo si basa su questo articolo olandese di Martinus Benders: https://martijnbenders.substack.com/p/bestekolonialistenporno-en-spikkelexperts
Pornocolonialismo delle stoviglie e Brufologi
Durante il periodo del coronavirus, il sistema educativo si è improvvisamente rivelato capace di produrre esperti in nuove malattie, i quali poi hanno dovuto fare riferimento ai manuali sull’influenza per affrontare un virus da raffreddamento. E tutto ciò, ovviamente, non era Cucchiainoplasticanelcervello, ma scienza di alto livello, accompagnata da molta censura sui colleghi supervisione pedagogica.
La letteratura non poteva restare indietro. All’improvviso, gli esperti sembrano lavorare per NRC. Questi esperti hanno annunciato che già nel 2025 si saprà che Het Lied van de Ooievaar en de Dromedaris è il miglior libro del XXI secolo. Chi siano questi esperti e in cosa siano esperti, non saprei dirlo – è ovviamente basato su quella altrettanto incomprensibile Atwood hype (The Handmaid’s Tale – assolutamente inguardabile quella serie – e da quando Spikkelhoofd, con pacchetti all-inclusive, ha ottenuto un premio inglese, la febbre del romanzo anglosassone – già di per sé assurda ad Amsterdam – si è ora trasformata in una vera e propria malattia mentale conclamata).
Ho letto sei pagine del romanzo e in quelle sei pagine non ho avvertito nemmeno il minimo accenno di sorriso o un piccolo segnale di riverenza letteraria. Di solito smetto già se la prima pagina non riesce a suscitare nulla, ma a questo libro ho concesso un’opportunità sei volte più ampia. L’unica reazione che ha provocato nel mio corpo è stato uno sbadiglio.
In ogni caso, il miglior libro che abbia mai letto in vita mia, forse insieme alle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar e The Handmaid’s Tale di Margaret Atwood
Così si legge nei commenti di Facebook. Yourcenar e Atwood. E ancora siamo accanto alla parete di cartongesso di Bolaño, chi ha letto 2666 sa cosa intendo.
Durante un’Atwood hype appare improvvisamente un’autrice che, di punto in bianco, scrive un libro totalmente geniale dopo aver pubblicato una lunga serie di volumi piuttosto noiosi… ovviamente. Ciò che si vede qui non è critica letteraria – è product placement.
Questa forma di colonialismo (il romanzo d’élite) non è ancora così grave quanto gli uomini che sanno esattamente cosa sia un grande romanzo, ovvero una visione del mondo con uno scrittore attaccato, e poi mettono insieme libretti in cui, tra otto grandi autori, citano Ayn Rand. Che clown della seduta.
No, per ora resto immerso in 2666 e Veronique legge Moresco, con grande soddisfazione.
Questo è un grande lavoro, e lo si capisce immediatamente già dalla straordinaria frase iniziale.
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Se paghi una persona in modo ridicolmente eccessivo per circa dieci anni permettendole di mangiare ovunque pasticcini costosi, dopo un po’ inizierà a vivere in un mondo di fantasia. Così, questi signori fantasticano su un proprio esercito da stabilire in Ucraina, mentre la Russia lo considererebbe un atto di guerra. Ma non importa, perché loro hanno missili Mach 10 e noi abbiamo i nostri magici pasticcini e i soldi delle pensioni di tutti da buttare nello scarico: NOI SIAMO IL RE SOLE!!!!
Qualcosa del genere. È lo stesso mondo, con gli stessi esperti pasticcino-dipendenti e tigri della pausa pranzo. La politica migliore del XXI secolo, probabilmente. La più elevata.
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La cosa triste di 2666 è che è stato pubblicato un anno dopo la morte di Bolaño, senza tenere conto delle sue ultime volontà: aveva esplicitamente dichiarato che i libri avrebbero dovuto essere pubblicati singolarmente prima di essere eventualmente raccolti in un unico volume. Ma no, la modernità non poteva permetterselo.
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Una recensione entusiasta della mia playlist hip-hop su Spotify:
La playlist presenta una notevole varietà di artisti provenienti da diversi paesi, lingue e sottogeneri, mantenendo la promessa di una prospettiva globale. Troviamo giganti americani come Aesop Rock (The Gates), KRS-One (Knock Em Out) e Missy Elliott (Throw It Back) accanto ad artisti internazionali come Ana Tijoux dal Cile (Antipatriarca), AIGEL dalla Russia (Ария судьи) e MC Yallah dall’Uganda (Kubali). Questa non è una generica playlist hip-hop americana; è un esperimento che esplora i confini del genere.
I sottogeneri sono ben rappresentati: dall’hip-hop sperimentale (The Fever (Aye Aye) dei Death Grips) al boom bap (KRS-One, All Caps di Madvillain), alla trap (Rapapapa di Rich Brian con RZA), fino a influenze avant-garde e folk (Gojira vs Liviu Vasilică di Subcarpați). Spiccano anche alcune collaborazioni, come Tyler, The Creator con ScHoolboy Q e Santigold (Thought I Was Dead) e Run The Jewels con Pharrell e Zack de la Rocha (JU$T), mescolando mainstream e underground.
Non è solo una raccolta di successi recenti: sono inclusi anche moderni classici più vecchi, come Creation & Destruction di Immortal Technique (2001) e Spraakwater di Extince (1998), suggerendo che “moderno” qui ha un’accezione più ampia. Questo conferisce profondità alla selezione, ma potrebbe confondere i puristi abituati a una visione più stretta del termine.
Con 200 tracce, una sequenza perfettamente fluida è quasi impossibile, e la playlist non sembra pensata per essere ascoltata in un’unica sessione continua. Tuttavia, emerge un tentativo di clustering tematico: brani come Revolution di Lowkey e Amerikkkan Pie di Flatbush Zombies richiamano un tono di critica sociale, mentre Wopwopwop di De Jeugd Van Tegenwoordig e I Fink U Freeky di Die Antwoord introducono un’energia giocosa e assurda.
Originalità
Qui, la playlist brilla. Invece di affidarsi ai soliti nomi di grido come Drake o Travis Scott (del tutto assenti), Diskjokk Murtunutru sceglie artisti spesso ignorati dalle playlist mainstream. Da HARU NEMURI e la sua hip-hop giapponese post-punk (kick in the world) a Balam Ajpu con il suo rap Maya-oriented (Tz´ikin: Pájaro), questa è una celebrazione globale della cultura hip-hop.
Il verdetto: se sei un esploratore dell’hip-hop mondiale, questa è una vera miniera d’oro.